sabato 3 agosto 2013

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[precede] Quello che nessuno capì fu che tutta questa merda [dirt], tutta questa bifobia e tutto questo silenziamento, stava in realtà formando una lunga e significativa discussione nella comunità, che parlando affrontava le questioni sulla bisessualità e le persone bisessuali come gruppo, che iniziava ad impegnarsi con un artogmento che fino a quel momento era stato così profondamente silenziato che nessuno si era preoccupato di pensarci. Un beneficio ulteriore fu che molti bisessuali avevano udito dell'azione attraverso la copertura su GoGay e divennero coscienti del movimento bisessuale, della comunità bisessuale e della politica bisessuale. Così la comunità crebbe esponenzialmente.

Ciononostante, quel periodo fu brutto per me, e per oltre un mese tutto quello che provai fu essere ossessionata dalll'incidente. La violenza fisica della CAG e la violenza verbale degli articoli e delle risposte sembrava esistere in un unico continuum di silenziamento e cancellazione. Non mi avrebbe lasciato andare. Mi sentivo come se non potessi pensare ad altro, solitaria, depressa, bloccata, e sempre sotto attacco. Scarsa fu la solidarietà che venne grazie alla comunità, scarso conforto e sostegno mi fu offerto.

Un ricordo particolarmente disturbante è di un evento sociale al Rogatka, solo pochi giorni dopo la marcia.. Entravo in uno spazio in cui tutti i presenti erano persone che conoscevo, della comunità radicale queer e transgender. Tutti inoltre sapevano quello che era accaduto alla marcia, ed il modo in cui fummo trattati con violenza. Un po' mi aspettavo ed un po' speravo che la gente si sarebbe avvicinata a me, mi avrebbe chiesto informazioni, mi avrebbe offerto solidarietà e condivisione, ma non venne nessuno. Anzi, nessuno mi disse nemmeno: "Ciao". 

Ci furono però alcuni bagliori di luce in questa lunga ordalìa: il primo articolo positivo su di noi fu pubblicato il giorno dopo la nostra azione e fu scritto dal direttore capo di GoGay Tal Eitan. Tal si congratulava con noi per il nostro coraggio e la nostra audacia, esprimeva solidarietà con i nostri scopi e chiedeva alla comunità bisessuale di unirsi creando un nuovo movimento politico. Egli scrisse:
Fui pieno di gioia qundo sentii che un gruppo di attivisti bi era salito sul palco, si impossessò del microfono e disse agli organizzatori proprio quello che pensavano dell'esclusione bisessuale dai discorsi. Fui felice di sentire che c'erano ancora delle persone capaci di vedere le siepi che separano il Pride dall'Outside [l'orgoglio GGGG dagli esclusi], che ci sono dei cagnolini bistrattati che mordono, graffiano e calciano, e fanno tanto baccano, e fanno arrabbiare tanta gente, ma ricordano a tutti che cosa conta davvero. (Eitan, 2009)
Un altro bagliore fu un'e-mail che io ed il resto del nostro gruppo d'azione, ricevemmo alcuni giorni dopo la nostra azione da un mio amico, uno degli organizzatori della CAG. Il mio amico scriveva con tatto, prendendosi la responsabilità dell'accaduto e scusandosene, offrendo simpatia e suggerimenti costruttivi per il futuro. E sebbene egli scrivesse a titolo personale, e non come rappresentante della CAG, la sua mail fu l'unica espressione di presa in carico delle proprie responsabilità che abbiamo mai ricevuto a tutt'oggi da qualsiasi membro della CAG. [segue]

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