domenica 28 luglio 2013

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[precede] Subito dopo quella telefonata, chiamai la mia partner politica che aveva organizzato con me la prima MESS-e-BI, e che era salita sul palco ad Haifa la settimana prima. Le dissi che stavamo per trovarci di fronte ad una replica degli eventi della settimana scorsa e le dissi di prepararsi. Lei ed io poi chiedemmo ad altre persone di unirsi alla nostra azione, ed io inoltre avvertii la mailing list bisessuale che ci sarebbe stato un blocco bisessuale organizzato all'ultimo minuto alla marcia del Pride di Gerusalemme. Così nacque la nostra azione di protesta.

Prima che inizi a descrivere quello che è accaduto, devo rendere assai chiaro che quando io pensai di ripetere l'azione da Haifa, quello che mi aspettavo era lo stesso tipo di risposta dalla CAG che avevano ricevuto le due attivise dagli organizzatori della marcia del Pride di Haifa: mi aspettavo che saremmo andati lì, avremmo discusso con loro un po', facessimo un po' di pressioni e domande e poi ci fossero concessi alcuni minuti sul palco. L'idea che sarebbe potuto accadere quello che è poi in effetti accaduto non mi venne mai in mente, e quando successe, ha lasciato dei profondi solchi nella mia psiche. Ancor oggi, quello che accadde lì resta l'evento più traumatico della mia storia di attivista, così come il primo ed unico evento nella storia della comunità israeliana LGBTQ.

Prendendo l'autobus per Gerusalemme, ero stanca e tesa. Sebbene avessi preso la corsa organizzata dal gruppo LGBT dell'Università di Tel Aviv, non c'era nessuno che conoscessi, e mi sedetti sola, sentendomi impaurita, furiosa ed azzittita, tenendo stretta la mia bandiera bisessuale. Non potevo smettere di pensare a che avrei potuto dire quando salii sul palco, e pensavo che sarei certamente morta. Quando arrivai alla marcia, trovai il nostro piccolo gruppo di azione, che constava di cinque persone - che si sarebbe spezzato di nuovo nel blocco bi e nel blocco transgender, dacché due di noi rimasero nel blocco bisessuale, e tre marciarono come transgender. Il nostro blocco bi a Gerusalemme era ben più piccolo di quello a Tel Aviv, ma forse più visibile. Noi gridavamo slogan che avevamo inventato sul posto ed avevamo più bandiere bisessuali di quelle che avevamo nel blocco di Tel Aviv. Durante la marcia, io ero in qualche modo distratta dalla mia ansia, orgogliosa di far parte del blocco bi e sentendomi felice che la gente partecipasse.

Dopo la lunga camminata della marcia, noi finalmente arrivammo al Giardino dell'Indipendenza [mappa Google], dove c'era il palco per i discorsi. I discorsi e gli spettacoli erano già iniziati da tempo, ed avevamo paura di perdere l'impeto. Il palco era circondato da una barriera di sicurezza di plastica e c'erano delle guardie giurate (in ricordo delle pugnalate del 2005). È il caso di notare che le guardie giurate in Israele sono addestrate dalle forze armate. Infatti, le persone preferite per questo lavoro sono quelle che sono state addestrate al combattimento durante il servizio militare. Molte delle persone che trovano lavoro come guardie giurate sono state in unità combattenti durante il servizio di leva, così erano impegnate quotidianamente e molto esperte nelle varie forme di violenza inflitte dalle forze armate israeliane ai palestinesi. La CAG aveva assunto delle guardie giurate private; ma in Israele le compagnie di sicurezza privata fanno parte dello spettro del militarismo nella nostra società, fedeli alla fonte del [segue]

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