mercoledì 7 agosto 2013

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[precede] sapevano che il vero lavoro lo avevamo fatto noi, gli attivisti di base, e che senza la nostra pressione nessuno sarebbe salito sul palco, se non la vecchia giunta dell’élite GGGG, perché era conveniente lasciarci fuori.

Sette mesi dopo, scoprimmo che l’attivista ucciso Nir Katz (riposi in pace) si era identificato per molti anni della sua vita come bisessuale, preferendo negli ultimi pochi anni essere senza etichetta ["unlabeled"]. Nel 2005 Nir aveva scritto un articolo contro la bifobia, nel quale, tra l’altro, scriveva: “Bisessuale è chiunque si identifichi come tale […] e nessuno ha il diritto di denegargli la sua identità, specialmente le persone della comunità gay” (Katz, 2005). Alla luce delle sue parole, è triste, esasperante ed ironico pensare al modo in cui la sua bisessualità fu convenientemente cancellata – insieme con il suo veganismo ed il suo attivismo contro l’occupazione – tutto per parlare di lui come di un gay e di un veterano, per l’orgoglio e la gloria dello stato e della comunità.

Non partecipai alla manifestazione. La settimana di protesta e lotta terminò per me con una marcia a lume di candela dal titolo “Riprendiamoci la notte”, con organizzazione e partecipazione della Coalizione Rosa giovedì sera. Marciammo sul Boulevard Rothschild, dove avvenne la sparatoria, e continuammo fino a Gan HaHashmal [penso che sia il parco che in questa mappa Google viene chiamato Gan HaSharon], nel sud di Tel Aviv. Lì tenemmo un palco aperto, su cui lessi il mio testo di dolore, rabbia e lutto che avevo scritto all’inizio di quella settimana. Come lo leggevo, sentivo tutti gli occhi puntati verso di me, li sentivo ascoltarmi, e sentivo che il mio testo prendeva forma nelle menti e nei cuori di coloro che ascoltavano. Parlai con dolore e con rabbia, con timore e senza speranza, soffocando le lacrime, lasciai che la mia voce urlasse e si spezzasse. Finii di leggere per sollevare i miei occhi dalla carta e vedere gli occhi del presentatore rossi e lucidi per le lacrime, e sollevando i miei occhi verso il pubblico, vidi nuovamente queste lacrime. Come scesi dal nostro palco improvvisato, senti che per un momento avevamo avuto successo nel nostro scopo. Per un attimo, avevamo creato la solidarietà, l’attenzione, l’ascolto ed il sostegno che tutti noi bramavamo, cercavamo e della cui mancanza ci dolevamo per tutta la settimana. Solo per un momento, la nostra comunità fu dolente, in lutto, arrabbiata e depressa – ma anche dolce, forte, amorevole ed accettante.

NONA STORIA (2009–2010): PROCESSO, CONFLITTO E RISOLUZIONE (PARZIALE)

L’azione di Gerusalemme ed il discorso della veglia di protesta avevano creato molte discussioni e dibattiti all’interno della comunità bi a proposito della nostra ideologia e politica. Una risposta particolarmente emotiva al discorso della veglia di protesta che apparve sulla mailing list bisessuale, accusando l’oratore (e tutti  quanti noi) di “inserire la politica dove non c’entrava”, marcò l’inizio di un dibattito durato due anni (mai completamente concluso, sempre vivo in qualche modo [cfr. Massime dei Padri 5:20: “Qualsiasi disputa sia per amore del Cielo durerà per sempre, mentre una che non è per amore del Cielo non durerà per sempre. Qual è una disputa per amore del Cielo? Una disputa tra Hillel e Shammai. Qual è una disputa che non è per amore del Cielo? La disputa di Core (Numeri 16) e della sua assemblea”]) sull’identità politica della nostra comunità. Molto presto sprizzarono discussioni sul se la nostra [segue]

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