mercoledì 17 luglio 2013

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[precede] quelli che volevano unirsi all’evento (che poi sarebbe diventato noto come “la gabbia del Pride”) rimasero lì per fare cartelli e poster. La riunione finì a mezzanotte. Ero eccitata, impaziente e completamente terrorizzata.

Quella notte dormii a malapena. Quando arrivò il mattino, ero altrettanto impaziente, altrettanto tesa ed altrettanto impaurita della notte precedente. Quando i miei amici ed io venimmo lì, noi per poco vedemmo il cellulare della polizia che si stava allontanando, con a bordo 30 arrestati.

Così fu quello che accadde: i media fecero pubblicità alla nostra azione prima che la iniziassimo. I giornalisti avvertirono la polizia e gli attivisti di estrema destra, ed entramb erano lì, al Giardino della Campana (il nostro luogo d’incontro) [mappa Google]. Gli attivisti di estrema destra vennero tutti armati di coltelli ed altre armi da taglio. (Mentre i miei amici ed io entravamo nel giardino, loro ci urlavano contro e ci provocavano da lontano). La polizia arrestò tutti quelli del nostro gruppo per marcia illegale, mentre tutti quanti erano invece seduti sul terreno. Gli attivisti di estrema destra furono lasciati andare. Infatti, una delle scuse che la polizia usò per giustificare il nostro arresto fu il ‘difenderci’ dagli attivisti di estrema destra.

Piccola digressione per spiegare chi erano questi attivisti di estrema destra e che cosa ci facevano lì: Baruch Marzel [Wikipedia], Itamar Ben-Gvir ed il loro gruppo di attivisti erano coloni ebrei assai ben noti per le loro opinioni di estrema destra ed il loro sostegno provocatorio alla pulizia di tutte le persone non ebree in tutti i territori occupati da Israele [nota 14]. Queste perone, arrivate sperando in una replica delle pugnalate LGBT-fobiche del 2005, sono persone assai famigerate per le loro violenze non contro i froci, ma contro i palestinesi. Questo è di grande importanza perché ci permette di vedere che le fonti della violenza nella società israeliana rimangono sempre quelle, non importa il loro bersaglio del momento. Che sia violenza contro i froci, i palestinesi, le donne, i mizrahi [nota 15], i lavortori immigrati, i profughi [nota 16], od ogni altro gruppo emarginato nella società – la fonte sembrano sempre l’ideologia sionista militarista ed i suoi valori. In questo caso, erano proprio le stesse persone venute a farci male, che normalmente farebbero del male ai palestinesi.


Perciò i miei amici ed io stavamo guardando mentre l’autobus della polizia si allontanava con 30 nostri amici a bordo, con Baruch Marzel accanto a noi, provocandoci e dicendoci che dovevamo vergognarci di noi stessi, ed un sacco di poliziotti intorno a noi. Quando noi ci avvicinammo all’entrata del giardino, i poliziotti ci dissero di star fuori. Il mio partner continuava a camminare, provocando i poliziotti mentre esercitava il suo diritto legale di camminare per la strada. Quando andarono verso di lui, cercai di impedire il suo arresto (stringendomi a lui nel modo che normalmente facciamo nelle manifestazioni), chiedendo aiuto ai nostri amici. Ma i nostri amici rimasero fermi a guardare mentre i poliziotti ci spinsero in una delle loro auto. (Non ho mai chiesto loro perché. Immagino che loro avessero concluso che non avevano molte possibilità, e non volevano essere arrestati insieme con noi). Fummo perciò portati alla stazione di polizia, dove ci unimmo ai nostri amici sull’autobus degli arrestati. Ricordo di essermi sentita molto sollevata quando arrivammo lì. Quello che avevo temuto la notte prima era diventato vero, ed in un certo senso sopì la tensione. Non [segue]

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